lunedì 21 maggio 2012

The rum diary - Cronache di una passione (2012)

TRAMA 
Paul Kemp è un bravo giornalista e un gran bevitore, giunto a Puerto Rico per scrivere su un quotidiano locale sull'orlo del fallimento. Al giornale, oltre al direttore Lotterman, Kemp conosce il fotografo Sala, che diviene suo amico e sodale, e il reietto Moberg, un ex redattore risucchiato dal gorgo dell'alcool e dalla passione per i discorsi di Hitler. Ma l'incontro che gli cambia la vita è quello con la bellissima Chenault, fidanzata di Sanderson, un ricco affarista che sta progettando la costruzione di una serie di alberghi di lusso su un'isoletta incontaminata e vuole Kemp dalla sua parte per indorare la pillola da servire alla popolazione locale. Almeno un decennio prima di partire per la Mint 400 e Las Vegas, Raoul Duke era Paul Kemp, un artista alla ricerca di sé e del proprio stile, alle prime prove di irriverenza e disperazione, alla scoperta quasi epifanica di quel “sogno americano” che poi diventerà imperativo scovare. A Puerto Rico, costola ribelle dell'America, sorta di “Inghilterra con i frutti esotici”, come si dice nel film in una delle tante intuizioni di scrittura, sono gli anni '60 e si comincia a pagare per guardare il mare da un hotel, perché partecipare al sogno costa e occorre che la gente non si svegli o “potrebbe chiedere il risarcimento”. Una chevrolet rossa e Johnny Depp, l'attore più legato a Hunter S. Thompson, responsabile niente meno che del ritrovamento di questo romanzo anni e anni dopo la sua redazione, fanno da filo rosso e traghettano l'eco del film di Terry Gilliam in questo capitolo giovanile, dove la coppia Kemp-Sala ripropone a tratti quella costituita dal giornalista Duke e dall'avvocato samoano Dottor Gonzo, ma a tenere il gomitolo non c'è un regista visionario bensì uno scrittore che aveva deciso che non avrebbe mai più fatto il regista. Chi si aspetta di veder risorgere il Bruce Robinson di Shakespeare a colazione resterà ancora in attesa di qualcosa che forse è semplicemente passato e non tornerà: quella leggerezza, quella follia e quell'urgenza tanto vitale quanto artistica, non appartengono certo a questo racconto che si dipana su un binario ultra classico, al limite del calligrafico, e manca persino di misura, trascinandosi oltre i tempi dovuti, ma al regista va reso ancora una volta il merito dell'ottima direzione degli attori e forse non solo. Robinson scrittore ha assorbito lo stile di Thompson e, nonostante abbia conservato solo tre battute del romanzo originale, lo ha restituito con efficacia, omaggiando il suo straordinario talento per i dialoghi. Peccato che, strada fecendo, l'arte della retorica si riduca a pomposo artificio e il film si chiuda nella più pura convenzionalità.

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