giovedì 13 giugno 2013

Into darkness - Star Trek (2013)

TRAMA
L'insofferenza alle direttive e alla disciplina costano al capitano Kirk il comando dell'Enterprise. La flotta stellare gli leva la nave e lo separa dal suo primo ufficiale Spock, come due bambini troppo indisciplinati. Sarà l'arrivo di una minaccia imprevista e misteriosa e, di nuovo, la capacità di Kirk di mettere in luce le proprie abilità a costringere la flotta a rimetterlo al suo posto. Un uomo che la stessa razza umana ha modificato geneticamente, e poi congelato nel terrore di ciò che aveva creato, si è svegliato ed intende svegliare tutti gli altri 72 esperimenti come lui. Visto che uno solo basta a creare scompiglio e quasi demolire una città, l'obiettivo è renderlo innocuo il prima possibile. Eppure sembra che non sia lui il peggio intenzionato...
Da sempre alla ricerca dei meccanismi infallibili dell'intrattenimento, abilissimo assemblatore di affascinanti macchine calamita sguardi e narratore di gran ritmo, J. J. Abrams con il secondo film di Star Trek conferma di essere all'altezza del proprio nome e del nume tutelare che ha scelto per sè: Steven Spielberg.
Sebbene non dotato della profondità cinefila del maestro, Abrams ne ha appreso la lezione sulla semplicità narrativa e così riesce a ripetere l'ottimo exploit del suo Star Trek precedente senza davvero ripetere se stesso. Into Darkness, a dispetto del titolo, è una divertente corsa in cui la trama è srotolata durante l'azione, in cui le battute sono pronunciate correndo o al massimo camminando veloce e in cui la macchina da presa mobile al massimo riesce ad essere misteriosamente invisibile, mentre i bagliori lenticolari (anche quello un marchio dello Spielberg di fantascienza che Abrams ama enfatizzare) ampliano la prospettiva verso la grande epica.
Proseguendo la linea tracciata con il primo film Abrams si distacca sempre di più dalle caratteristiche della saga storica di Star Trek, non asseconda i fan ma cerca di parlare a tutti, lavora sul sentimentalismo del personaggio non sentimentale per eccellenza (il dr. Spock) e trasforma il western dello spazio in una space opera piena d'umorismo, ammiccamenti e ironia più che di grave austerità. Nonostante il villain scelto per questo secondo film (Kahn, già visto in un episodio della serie e poi in Star Trek II - L'ira di Kahn), sia tra i più letali e cupi mai incontrati dall'Enterprise, lo stesso il film scorre sulla propria leggerezza, lavorando sull'arma fondamentale del cinema d'azione che ambisce a diventare d'avventura: montaggio e ricerca di paesaggi che suonino inediti e vergini (in questo è molto utile il 3D, enfatizzato in tutti gli esterni con frequenti inquadrature a filo di piombo). L'inizio in chiave spielberghiana, diviso tra il furto di un oggetto sacro e il contrappunto di un pericolo imminente, lo dimostra in pieno.
Abrams non solo non ha paura di un confronto o della fedeltà con la serie (con una mano innesta un altro dei personaggi classici e con l'altra tramuta l'amicizia tra Spock e Kirk in un bromance moderno dove, come amanti, i due sovrappongono le mani da parti opposte di un vetro) ma è il primo che in questi anni di film tratti da altri lungometraggi o da materiale televisivo, cerca un rapporto diretto, continuo ed esplicito con il testo di partenza. Con l'esperienza maturata su entrambi gli schermi non si accontenta di una filiazione tra le due saghe e pretende una compenetrazione molto più complessa, perchè sa che la narrazione avviene nella testa degli spettatori, luogo in cui già esiste una mitologia trekkista con cui fare i conti (si sia fan o meno non si può ignorare l'esistenza della serie). E da gran narratore Abrams vuole indirizzare questa relazione.
Infatti non solo questo film rielabora, ribalta e rimescola molti momenti già visti negli scontri con Kahn ma con un salto metacinematografico non da poco e una metafora a questo punto sottilissima, in Into Darkness Abrams riesce effettivamente a far dialogare, nel senso stretto del termine, il suo Star Trek con lo Star Trek classico, lasciando addirittura che il secondo suggerisca al primo come risolvere la minaccia che incombe attingendo alla propria storia.

TRAILER


LINK DOWNLOAD
Scarica qui

LINK STREAMING
Guarda il film: X

domenica 9 giugno 2013

Una notte da leoni 3 (2013)

TRAMA
Quando la follia infantilistica di Alan arriva a provocare incidenti irrimediabili, i suoi amici si dicono pronti ad accompagnarlo in una struttura che possa essergli di aiuto, su richiesta della madre e della sorella. Peccato che il viaggio in auto venga interrotto da un nuovo sequestro di Doug (bianco), ad opera del gangster Marshall e del suo scagnozzo Doug nero. Per riavere il loro amico, Phil, Stu e Alan dovranno consegnargli il solito, indemoniato, Mr. Chow, fuggito dalla prigione di Bankok e responsabile del furto dei miliardi rubati di Marshall. 
Terzo ed ultimo capitolo di una serie che non avrebbe mai pensato di andare oltre il primo, Una notte da leoni 3 ritorna intelligentemente sulle tracce del capostipite, non solo perché gli imprevisti del viaggio riportano i nostri eroi in quel di Las Vegas, dove tutto era cominciato, ma perché le risate che strappano tornano a farsi sonore e inevitabili, come e quasi più di allora. E questo accade nonostante le evidenti debolezze della sceneggiatura, il suo far riferimento continuo al passato fuori scena e addirittura ricorso a riassunti verbosi ed estranianti come quello affidato a John Goodman. 
Come questo possa accadere è presto detto: il film si appoggia completamente sul potere comico di Zach Galifianakis, al centro della vicenda da cima a fondo, al suo duettare prima con una giraffa, poi con una sua simile di sesso femminile, e a più riprese con Ken Jeong (per esempio nelle esilaranti lettere che i due amici di penna si scrivono da un continente all'altro), e Galifianakis regge l'onere e assolve al compito senza inciampi. Il film è talmente incentrato sul personaggio di Alan (l'unico di cui si racconta una trasformazione) che, se non esistessero i precedenti, si faticherebbe persino a dare una personalità a Phil e a Stu, per non parlare proprio di Doug, comicamente destinato a servire da eterno McGuffin.
Il regista Todd Phillips movimenta la scena ricorrendo, come mai prima, a sequenze di azione piuttosto spettacolari: da quella di apertura, ambientata in Thailandia (e che resta la migliore), a quelle su strada e infine nel vuoto, dall'alto del Caesar's palace. Ma non sono loro la linfa vitale del film. È senza dubbio alcuno la gara di demenza tra Alan e Chow -il volto angelico e quello diabolico della stessa medaglia- a dettare il ritmo del divertimento e a meritare al film il successo assicurato in partenza.

TRAILER

LINK DOWNLOAD
Scarica qui

LINK STREAMING
Guarda il film: X

The bay (2013)

TRAMA
Chesapeake Bay, Maryland. È il giorno che il cinema ha raccontato innumerevoli volte e che si colloca nel profondo del sentire Americano: il 4 luglio. La città si prepara, sindaco in testa, a festeggiare con una molteplicità di iniziative, a partire dalla gara dei mangiatori di granchi. Questa atmosfera ci viene descritta, in un collegamento via Skype, da una giovane che all'epoca (qualche anno prima) conduceva un reportage per una piccola emittente televisiva. Donna Thompson, così si chiama, ci racconta come dall'atmosfera di festa si passò nell'arco di pochissimo tempo all'orrore a causa di un parassita cresciuto a dismisura ed impegnato a divorare qualsiasi tessuto vivente.
Dimenticate il commediografo nostalgico di A cena con gli amici, non ripensate al regista di Rain Man - L'uomo della pioggia e neppure al filologico rivisitatore del passato di Bugsy. Non è 'quel' Barry Levinson a dirigere questo mockumentary. È piuttosto quello, più vicino nel tempo, che ha diretto per la tv You don't know Jack sul dottor Kevorkian soprannominato il Dottor Morte per i più di 130 suicidi assistiti a suo carico.
Il Barry Levinson di oggi utilizza la propria competenza in fatto di media per suggerirci riflessioni su tematiche che ci toccano da vicino anche se spesso cerchiamo di rimuoverle dai nostri pensieri. Se in quel caso, grazie anche a un'eccellente prestazione di Al Pacino, lo spettatore era costretto a interrogarsi su quale fosse il livello di sofferenza al di là del quale scattava un legittimo desiderio di farla finita con la vita, qui è la tematica ambientale a trovarsi al centro dello schermo. Levinson ha ben presente quella forma ibrida di rappresentazione che, in particolare da The Blair Witch Project in poi, ha preso ad interessare chi ama il meticciato linguistico per immagini. Se visivamente possiamo pensare alla lezione dei più recenti Paranormal Activity, sul piano tematico la totalmente inventata Donna Thompson ci fa ripensare alla più che reale e impegnata Erin Brockovich.
Levinson utilizza tutti i media a disposizione, a partire dal già citato Skype, per metterci in allarme fondamentalmente su due argomenti. Da un lato ci suggerisce di pensare a quanto l'inquinamento ambientale (nello specifico si tratta di escrementi di polli di allevamento versati in quantità industriale nelle acque della baia) possa portare ad alterazioni prevenibili con una buona politica ma dagli effetti del tutto imprevedibili se lasciate fuori controllo. Non saranno forse opera di parassiti carnivori come quelli del film ma lo svilupparsi di nuove forme di allergie non è sicuramente frutto del caso.
Il film ci ricorda poi che chi ci amministra può ancora propendere, come il sindaco de Lo squalo per un occultamento della verità finalizzato a non intralciare gli affari (nello specifico il turismo). In quel caso, sembra suggerirci Levinson, non c'è Internet o Social network che tengano: i mezzi di comunicazione possono essere ridotti al silenzio e il denaro o la coercizione possono tacitare tutti o quasi. Vedi, ad esempio per l'Italia, la voce discariche abusive di prodotti altamente pericolosi.

TRAILER


LINK DOWNLOAD
Scarica qui

LINK STREAMING
Guarda il film: X