TRAMA
Un uomo arriva allo sportello di una banca per farsi cambiare dei soldi in taglio piccolo, piccolissimo. Mentre un'avvenente cassiera lo sta servendo, il locale è messo sotto assedio da due diverse bande di rapinatori giustamente sorprese della reciproca presenza. Messi in chiaro i propri campi d'azione, il gruppo di hacker dotato di sofisticate tecnologie che mira al caveau e la coppia di scalcinati delinquenti con l'intenzione di scassinare il bancomat dovranno vedersela con il singolare personale bancario bloccato all'interno, ma soprattutto con l'agitato cliente rimasto senza medicine…
Sceneggiatori del successo Una notte da leoni, Jon Lucas e Scott Moore calano gli umori della commedia nella struttura di un tipico racconto di rapina con tanto di flashback in bianco e nero di ciò che allo spettatore non è stato permesso vedere. Già dal buon inizio in medias res dimostrano di conoscere le regole del genere cui appartiene il loro script e i meccanismi di risate legate a differenti ispirazioni: registro brillante (le schermaglie tra i due protagonisti), farsesco (i gag dei disastrosi rapinatori Burro & Marmellata) e nero (la leggerezza nel “liquidare” alcuni personaggi) hanno ognuno il loro spazio fino a quando non c'è una somma da tirare e un finale ad effetto da preparare. Proprio la ricerca di un colpevole, dell'eminenza grigia dietro alla paradossale situazione, mette in binario un film che nella prima parte tende a girare a vuoto, tutto affidato al disegno di personaggi spesso vicini all'effetto cliché e non sempre serviti dal talento di una coppia naturalmente comica come quella di Tim Blake Nelson e Pruitt Taylor Vince. La mano di Rob Minkoff, regista del disneyano Il re leone e di Stuart Little – Un topolino in gamba, pur mancando di fermezza – troppi gli attori a briglia sciolta – così come di brio – poche le invenzioni di messa in scena – tenta di seguire il flusso di una storia divisa in compartimenti stagni, dapprima troppo “aperta” e poi troppo “chiusa”. Anche produttore, Patrick Dempsey interpreta il suo Tripp Kennedy, fobico e iperattivo a corto di farmaci, con convincente partecipazione, cesellando un personaggio più che piacevole nella sua eccentricità: la mania di contare ogni cosa, gli scatti improvvisi e il trasporto amoroso verso la cassiera della posata Ashley Judd rendono bene l'idea di una mente dentro alla quale si affollano insieme mille pensieri.
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