mercoledì 15 giugno 2011

Libera uscita (2011)

TRAMA
Rick ha quarant'anni, una moglie, tre bambini e un amico con cui condivide la passione per le donne e la frustrazione di non poterle possedere (tutte). Immaturi e ossessionati dal sesso, consumano le loro esistenze tra i pannolini da cambiare e un gruppo di amici altrettanto infantili, che scommettono ipotetiche somme su immaginarie conigliette e miss maglietta bagnata. Esasperate dai loro atteggiamenti al limite del demenziale e del buongusto, le rispettive consorti decidono di concedere a Rick e Fred una vacanza dal matrimonio e dalle responsabilità, convinte in cuor loro di mettere fine una volta per tutte al loro indecente delirare. Ma la libera uscita, lunga sette giorni e sette notti, non darà ai degenerati coniugi i risultati sperati, appagandone il cuore prima che i genitali.
Che qualcosa fosse cambiato nella testa e nel cinema dei fratelli Farrelly lo dichiarava a voce alta Lo spaccacuori, commedia precedente che incominciava idealmente dopo la fine di Tutti pazzi per Mary, a sua volta principio di una nuova moda del comico demenziale. Libera uscita ribadisce allora il cambiamento e il tentativo dei Farrelly di avviare la commedia demenziale degli eccessi dentro il mare quieto e liscio della romantic comedy tradizionale, dove la promessa percepibile è sempre la felicità. Al centro di un film clamorosamente sospeso su quello che vuole essere c'è un'idea vecchia quanto il mondo, la coppia di personaggi inadeguati, meglio deficienti, alle prese questa volta col sesso, quello prorogato nel talamo coniugale e quello vagheggiato nel letto sfatto di un motel. I fratelli americani arrestano la loro salita verso il basso, dentro il quale impastavano con lo sperma i capelli di Cameron Diaz, compromettendosi con una trama svenevole, incarnata dal personaggio di Owen Wilson di nuovo in versione familista, e contro cui nulla possono le intermittenti (eppure esilaranti) crudeltà politically uncorrect e le manifestazioni del caro e riconoscibile cattivo gusto degli autori. Libera uscita va oltre l'impasse asserito da Lo spaccacuori, perdurando nella commedia sentimentale più mainstream e immemore (e irriconoscente) verso una poetica sui generis capace di trattare materiali bassi e deiezioni del cinema alto.
Fragile e (ri)educato Owen Wilson, inefficace e monotono Jason Sudeikis, il corpo comico perde il suo lato oscuro ed esplosivo, smettendo di essere valvola di sfogo di una società schizofrenica. Più interessanti e sfumate le figure femminili (quelle legittime), pienamente integrate nella commedia romantica e decisamente a disagio nel kitsch esasperato e fuori regola dei consorti. E il problema è proprio lì, in quei due mondi approssimati ma inconciliabili. Di fatto, come fu per Ben Stiller prima di loro, Wilson e Sudeikis dovranno fare una scelta di mondo e di principio, quello di realtà contro quello di piacere. Senza sapere dove andare Libera uscita ha comunque il merito di sollevare una riflessione sulla relazione che il comico intrattiene con la commedia, in attesa di conoscere il futuro dei Farrelly, di sapere dove ci condurranno i cambiamenti in atto nel genere, di intendere quale senso produrranno.

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