venerdì 28 gennaio 2011

Yattaman (2011)

TRAMA
Yattaman 1 e Yattaman 2, quando non sono in officina a fabbricare Mecha come il prodigioso Yatta Can, sono in giro a salvare il mondo dalle mire malvagie dei servitori di Dokrobei, la bellissima Miss Dronio e i suoi due lacché, Boyakki e Tonzula. In ballo c'è il ritrovamento della Pietra Dokrostone, capace di regalare un potere immenso al suo possessore: nelle mani sbagliate comporterebbe la fine del mondo così come lo conosciamo.
Tre anni per portarlo a termine e una ridda di dubbi e smentite in merito, Yattaman - Il film è stato mitizzato di giorno in giorno dall'annuncio della sua uscita. Parlando di Takashi Miike, chiunque si sarebbe aspettato degli eccessi sì geniali ma magari – benché di rado sia capitato sin qui - debordanti o forzati. Gli eccessi non mancano, ovviamente, ma sono così funzionali alla materia trattata che pare quasi di avere a che fare con un Miike "misurato" (ossimoro se mai ce ne fu uno): il regista nipponico non solo sembra essersi divertito da matti, ma palesa in ogni singolo dettaglio di questo inno alla gioia (che ci regala lo spegnimento del cervello e il ritorno all'infanzia) sui generis tutta la devozione che nutre per la materia. E il rispetto per chi da piccino ha amato l'anime da cui Yattaman - Il film è tratto, omaggiandolo ripetutamente con chicche per adepti (il robot Omochama, ad esempio, o il Mecha na Moto con cui Yatta Can si ricarica). Ma l'impasto funziona anche per chi della serie non sa nulla o quasi e riesce ad aggiungere un po' di necessario pepe – la sensualità prorompente di Fukada Kyoko (Kamikaze Girls), qualche accenno di morbosità miikiana – a una faccenda che rischierebbe di riguardare solo i bambini (ma che rimane comunque a misura di fanciulli di ogni età).
Considerata la statura del regista, era ovvio che Yattaman - Il film risultasse ben altra cosa rispetto al solito film di supereroi o alla solita trasposizione da un anime, ma sembra che il nostro abbia conseguito un obiettivo più ambizioso, riuscendo per una volta a mescolare in parti uguali la sua componente fantasy-naif (si veda The Great Yokay War) e lo spirito iconoclasta e dissacrante che l'ha reso oggetto di idolatria per gli amanti delle emozioni forti.
Non è esagerato quindi affermare che per certi versi Yattaman - Il film rappresenta il suo manifesto, il suo momento più amalgamato, un po' come succedeva, in tutt'altro ambito, con il remake di Graveyard of Honor di Fukasaku Kinji. Insomma che altro dire se non Yatta yatta yatta maaan!

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