venerdì 21 gennaio 2011

Animals United (2011)

TRAMA
Nel Delta dell'Okavango, in Botswana, la mangusta Billy, un padre di famiglia immaturo e bighellone, e il suo unico amico Socrates, il leone, avendo atteso invano l'annuale piena, decidono di mettersi in viaggio per andare a cercare l'acqua. Fa loro compagnia, on the road, un manipolo di animali distanti per specie e geografia, riuniti solo dall'emergenza e dal comune coraggio. Ci sono Winston e Georgina, le tartarughe innamorate da secoli, l'orso polare Sushi, la giraffa Gisella, un galletto francese di nome Charles e un branco di bufali…imbestialiti. Il nemico è sempre lui, l'uomo, armato di fucile e d'intenzioni stupidamente autodistruttive.
Tratto dal libro di Erich Kästner “La conferenza degli animali”, un classico di stampo pacifista, il film ha un pregio singolare: pur trattandosi di un patchwork di suggerimenti pescati altrove, senza nemmeno troppo pudore, alla fine della partita ottiene una sua autonomia narrativa e lascia un buon ricordo di sé. L'ispirazione principale viene da L'era glaciale, per la tematica ambientalista e perché la coppia principale, formata dalla mangusta e dal leone, ricorda da vicino quella composta da Syd e Manny, mentre la presenza nella storia di una diga che toglie l'acqua agli animali della foresta minacciando la loro sopravvivenza viene direttamente dal secondo capitolo di Madagascar e l'assemblea dei quadrupedi ricorda alcune sequenze di Ortone. Si direbbe quasi che l'unica nota originale sia il personaggio del diavolo della Tasmania: una macchietta di seconda fila, costruita su un registro comico facilone e abusato, ma talmente simpatica nella sua goffa idiozia da bucare lo schermo. Tuttavia, nemmeno questa è una novità, poiché è ormai una costante del genere in esame il successo dei personaggi di contorno, che non portano avanti la storia ma assicurano la risata estemporanea o il siparietto comico, magari reiterato (altrove, su altre vette, lo scoiattolo Scratch ha addirittura una sua dimensione personale, quasi a-narrativa, che corre su un binario parallelo al plot principale).
La produzione è tedesca: il confronto con i budget americani della Pixar o della Dreamworks non ha dunque senso, ma non dovrebbe averlo, di conseguenza, nemmeno la corsa alla scopiazzatura. Si perdona, invece, la trasparenza estrema dell'intento didattico, che ha permesso la partnership del WWF e, con ogni probabilità, aiutato il finanziamento del film. Ne deriva un film adattissimo ad un pubblico di autentici piccoli e non (solo) di grandi che si restringono volentieri.

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