mercoledì 22 dicembre 2010

The Tourist (2010)

TRAMA
Frank Tupelo è un professore di matematica del Wisconsin, diretto in Italia per dimenticare una delusione d’amore. Elise è una donna del mistero, bellissima e controllata dalla polizia internazionale. Elise farà di Frank il suo ospite, nella meravigliosa suite di un hotel veneziano, avvolgendolo volontariamente in una rete di pericoli, inseguimenti e appuntamenti al buio.
Il debutto sul grande schermo della coppia Johnny Depp – Angelina Jolie è casto e giocherellone, non concede nulla allo scandalo, forse proprio per lasciarlo fuori, nel possibile, nell’indicibile. Una curiosa strategia, di cui fa le spese il film, specie al confronto con il surriscaldato Mr. & Mrs. Smith, cui non è affatto estraneo.
Il regista Florian Henckel von Donnersmarck dimentica di aver mai girato Le vite degli altri e vuol farci credere di essersi divertito a scorazzare in motoscafo dietro una statuaria Jolie (quasi di cera) e un Depp in modalità Charlot, ma le altalenanti fasi preproduttive del film ci permettono di essere sospettosi al riguardo. Si sgombri pure il campo, invece, da pregiudizi autocommiseratori sulla compagine d’interpreti italiani, che se la cava benissimo: tutti in parte ma senza calcare sul clichè, come capita invece nell’intro parigino, dove ci si aspetta da un momento all’altro di veder inciampare Clouseau.
Magari. Lo stile a cui si ambisce è infatti quello delle commedie giallorosa d’altri tempi, un po’ Caccia al Ladro un po’ Sciarada, ma con l’accortezza di non prendersi troppo sul serio, di sporcarsi di comico (quanto involontario non si sa) e di scopiazzare il genere Bond. Il problema è che il film confonde l’eleganza di fattura con l’eleganza di personaggi e ambienti, occupandosi di quest’ultima e immolando drasticamente la prima. L’uso della musica è controproducente da cima a fondo (per non dir di peggio), molte scene sembrano scritte da un neofita (ancora il sarto? Ancora lo sbirro nell’acqua? Il bacio apposta sul balcone?) e quelle d’azione potrebbero tranquillamente non definirsi tali.
Ad un certo punto, un punto ben inoltrato, si arriva anche a divertirsi, ma è un godimento di secondo livello, quello di quando hai capito tutto da subito e attendi conferma, apprezzando le ambiguità della recitazione e i pochissimi movimenti furbi della scrittura. Intrattiene, questo sì, dunque fa il suo mestiere, al minimo sindacale.
Non lo si imputi alla presenza di (un bravo) De Sica o di Frassica o di Raul Bova, ma The Tourist, in fondo, è un cinepattone; dolce il giusto, non volgare, internazionale, ma pur sempre un cinepanettone.

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