martedì 9 novembre 2010

Due cuori e una provetta (2010)

TRAMA
Wally e Kassie sono due migliori amici newyorkesi quarantenni. Un giorno Kassie, stanca di attendere la storia giusta che non arriva mai, decide di fare un figlio da sola e crescerlo fuori città. Sceglie quindi come donatore Ronald, tutto fisico, sorrisi e disponibilità, e Wally, che è tutto nevrosi, ipocondria e insofferenze, si scopre improvvisamente gelosissimo. Durante il party per l'inseminazione, ubriaco fradicio, scambia il suo seme con quello di Ronald, poi perde coscienza e dimentica tutto. Quando, però, sette anni dopo, la donna torna a New York con il piccolo nevrotico e ipocondriaco Sebastian, Wally non può che constatare che si trova di fronte a un suo piccolo clone. Comincia così a ricordare.
La commedia diretta da Josh Gordon e Will Speck sulla base dell'adattamento di Allan Loeb del racconto “Baster” di Jeffrey Eugenides, ha la bellezza di quelle storie fatte interamente dai personaggi, in cui la trama non deve farsi arabesco ma semplicemente seguire la relazione tra loro, assecondare una spinta naturale. È a questo genere di storie che il cinema può talvolta far fare un balzo di dimensione, quando nel personaggio finisce per entrare un attore che ne fa qualcosa di unico, diverso magari dalla figura che s'intravedeva sulla carta, ma oramai insostituibile. Non è di Jennifer Aniston che stiamo parlando, nonostante la sua incerta collocazione nel mondo delle stelle terrene si accompagni con grande efficacia all'incertezza del personaggio che è chiamata a interpretare qui. Fu, invece, il caso di About a boy e di Hugh Grant - i due film hanno più di qualcosa da spartire -, ed è finalmente il caso di Jason Bateman. I frequentatori delle serie televisive di ultima generazione attendevano da un pezzo la sua migrazione dai ruoli minori a quello primario e Bateman, alla resa dei conti, non viene meno alle aspettative. Tanti hanno impersonato un nevrotico, prima, ma pochi si sono resi così credibilmente carichi di filosofica negatività; tantissimi hanno vestito i panni dell'adulto che non sa trattare il bambino, essendo egli stesso ancora estraneo al concetto di responsabilità, ma lui non è mai cresciuto perché non è evidentemente mai stato bambino, proprio come il figlio minaccia di fare. È un attore con lo charme di grandi d'altri tempi: nessuno vomita come lui nel cestino dell'ufficio, con la stessa eleganza innata.
Il prosieguo del film è cosa semplice e prevedibile, la scoperta della verità è rimandata fino al limite del sostenibile, l'amico di lui fa ridere (Jeff Goldblum), l'amica di lei un po' meno (Juliette Lewis).

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