Alla fine tutto torna sempre a Jill Valentine e Chris Redfield. Jill, anni prima di diventare la sexy-assistente di Wesker, alla ricerca di Chris, e viceversa. Siamo nel periodo di tempo intercorso tra Resident Evil 4 e Resident Evil 5. Siamo su una vecchia nave da crociera, la Queen Zenobia. Siamo alle prese con le conseguenze del solito attacco bioterroristico, che questa volta ha tirato giù un'intera città costruita in mezzo al mare, Terragrigia. Siamo in quattro. Almeno in quattro.
TECNOLOGIA MICRO-IBRIDA
Resident Evil Revelations è strutturato in episodi, ciascuno dei quali ripartito in più sezioni. Una struttura frammentata, affidata alle premure di un sistema di salvataggi automatici frequenti, e nella quale si salta in continuazione dalla coppia formata da Jill e dal suo partner alla BSAA, il tarchiato agente anglo-italiano (ti pareva) Parker Luciani, a quella composta da Chris e dalla conturbante Jessica Sherawat. Per comprendere la natura di Revelations, l'equilibrismo tra passato e presente della saga che il titolo vive, occorre poco. Da un lato c'è uno scenario, la vecchia nave in cui si trascorrono buona parte delle dieci ore di gioco, che ricorda fin troppo le ambientazioni dei primi capitoli. Gli interni della Queen Zenobia assumono presto i tratti di una certa magione di Raccoon City, e lì Capcom gioca con i ricordi e strizza l'occhio ai fedelissimi della saga, remixando con ironia per l'ennesima volta determinati luoghi e situazioni. Uno specchio, una vasca colma di liquido melmoso, un fucile appeso alla parete. Dall'altro lato, al contempo, ci sono le due coppie di protagonisti (alle quali se ne aggiunge a un certo punto una terza), c'è un collega lì a sollevar grate e chiacchierare, ci sono gli attacchi in mischia per stendere i nemici già ammorbiditi da un numero sufficiente di proiettili, ci sono le novità nel sistema di controllo di cui diremo più sotto. Un po' survival horror classicissimo, un po' action shooter moderno. Una scelta ibrida di cui, naturalmente, risente il ritmo di gioco, che alterna piacevolmente momenti maggiormente giocati sull'atmosfera - voi, i corridoi deserti, le stanze da esplorare palmo a palmo, i suoni sinistri, qualcosa o qualcuno che salta fuori all'improvviso - a fasi sparacchine in cui stendere a pistolettate esseri gelatinosi, hunter, branchi di lupi mutanti.
PAURA DA VEDERE, PAURA DA SENTIRE
Il manuale del perfetto recensore imporrebbe a questo punto di parlare della struttura di gioco e delle diverse soluzioni offerte per i controlli, relegando alla porzione finale della recensione stessa un rapido accenno alla confezione audiovisiva del titolo in esame. E invece ce ne freghiamo, perché nell'elencare i pregi di Revelations riteniamo non si possa che partire dall'incredibile impatto grafico che il gioco Capcom è in grado di regalare. La versione brevissima è che Revelations è il gioco più graficamente pazzesco che il 3DS abbia mai avuto modo di conoscere intimamente nella sua breve esistenza. Quella mediamente lunga, invece, ci parla di modelli poligonali dei personaggi mai visti su una console portatile, di effetti di luce notevoli, di scenari dettagliati, e più in generale di un MT Framework Mobile fortemente candidato al titolo di ras del quartiere degli engine per handheld. C'è, è vero, qualche balbettio del frame rate che arriva di tanto in tanto a rovinare la magia, ma giusto se per deontologia professionale questo pelo nell'uovo vogliamo andarcelo proprio a cercare. E già che abbiamo sovvertito la scaletta, aggiungeremo anche che il sonoro del gioco è parimenti vestito a festa. Buono il doppiaggio in italiano - e sì, si tratta di una novità assoluta per la saga - semplicemente fantastici effetti e musiche. Ok, fatto. Ora possiamo passare alla struttura di gioco e alle diverse soluzioni offerte per i controlli, d'accordo.
A CHE PAD SCORREVOLE PRO?
L'impiego del nuovo pad scorrevole pro per 3DS, in vendita in bundle con Revelations in un'edizione speciale o da solo (a 19,90 euro), non è obbligatorio. Utilizzarlo o meno, però, non modifica soltanto l'esperienza di gioco. Ne determina una completamente diversa. Affidarsi al sistema di controllo tradizionale, infatti, vuol dire giocare un Resident Evil dai classici comandi a carro armato: per orientare il personaggio in un'altra direzione occorre in pratica fermarsi e ruotare sul posto. Chiamare in causa il pad scorrevole pro, viceversa, consente di orientare la visuale (letteralmente) in corsa con lo stick destro e di effettuare movimenti laterali con il sinistro, il che conferisce alle fasi d'ingaggio dei nemici e, più in generale, al gioco tutto un'impronta sensibilmente differente. In entrambi i metodi di controllo è possibile scegliere comunque se optare per un sistema di puntamento delle armi in soggettiva o per quello ormai canonico negli action game, à la Resident Evil 4, ossia da sopra la spalla. Nel corso del nostro test abbiamo preferito la seconda anche e soprattutto per un'eccessiva erraticità del puntatore laddove usato in prima persona, probabilmente attribuibile all'eccessiva "morbidezza" della levetta destra (ci arriviamo tra poco); un problema solo in parte mitigabile agendo nei menu sulla velocità di puntamento (il range di opzioni va da "lentissima" a "velocissima"). Completa il pacchetto una serie di scorciatoie assegnate ai tasti per cambiare le armi, scagliare granate e bombe esca, e utilizzare le erbe curative e il GENIUS (anche di quello parliamo tra un attimo, promesso): ed è un gran bene, perché usando il pad scorrevole pro cambia anche il rapporto con lo schermo touch del 3DS. In peggio.
Oltre ad aumentare ovviamente mole e peso della console (i polsi, dopo un po', ne risentono), l'innesto del 3DS sul pad scorrevole pro presenta infatti alcuni altri effetti collaterali poco simpatici. Perché la levetta destra, nei due esemplari provati, ci è sembrata sensibilmente più leggerina della sua parente incorporata nella console, dicevamo. Ma anche perché gli ingegneri Nintendo, nell'ottimizzare la convivenza ergonomica del nuovo accrocchio in liscissima plastica nera con prese e interruttori laterali del 3DS, si son dimenticati un attimo un particolare. Non c'è uno slot extra per lo stilo, sul pad scorrevole pro, e quello di default della console viene tappato durante l'agganciamento in stile robot giapponese. Risultato: lo stilo devi sfilarlo prima, o ti tocca sganciare la console per farlo; e se anche ti ricordi, una volta finito di giocare devi ripetere la procedura al contrario per rimetterlo al suo posto e non lasciarlo in giro. Ci vuole un attimo, intendiamoci, ma è un fastidio gratis di cui avremmo fatto volentieri, pigramente a meno. L'alternativa è lasciare il pennino sepolto nel suo slot originale e usare solo il pollice per aprire il menu a tendina sul touch screen, a patto di saper resistere al rimorso provocato dalle ditate. Il feeling dei tasti dorsali extra dell'accrocchio è buono per quanto riguarda i due grilletti, molto meno per il piccolo dorsale destro superiore (tasto R), agire sul quale con l'indice senza cambiare impugnatura non è esattamente comodissimo.
ME L'HA PRESTATO SAMUS
Quanto al gameplay vero e proprio, al consueto mix di puzzle (pochi, e da tradizione banalotti), spargimento di piombo e ricerca di chiavi per porte con emblemi buffi, si affiancano alcuni elementi extra. Sia Jill che Chris hanno infatti in dotazione il Genesis, uno scanner portatile con cui analizzare gli scenari alla ricerca di item nascosti, ma anche e soprattutto i nemici, per ottenere delle erbe extra. Uno spunto preso di peso, chiaramente, dai Metroid Prime, che pur non rivoluzionando il gameplay gli conferisce un minimo di vivacità in più. Molti nemici possono infatti esser analizzati anche una volta stesi, ma non tutti (alcuni scompaiono all'istante appena morti), e comunque passarli allo scan da vivi garantisce percentuali di analisi più alte e quindi il raggiungimento più rapido del bonus curativo in palio. Il che, unito alla portata limitata del Genesis, stuzzica il giocatore spingendolo a ritardare laddove possibile gli scontri, indietreggiando per completare la scansione prima di far dirimere la questione alle armi. L'utilizzo del Genesis è peraltro collegato ad alcune tra le Missioni del gioco, degli obiettivi da completare per sbloccare feature ed extra: completare i primi tre episodi consente così l'accesso alla modalità co-op Raid, terminare il gioco a determinati livelli di difficoltà, o eseguire un certo numero di attacchi fisici a piena carica, invece, di ottenere armi extra e accessori per potenziare quelle esistenti presso appositi cassoni. Tutto bello e meraviglioso, dunque? No.
DEFICIENZE ARTIFICIALI
Le magagne di Revelations, diremo subito, non sono molte, ma quelle riscontrabili a spasso per la Queen Zenobia risultano comunque piuttosto fastidiose. L'impostazione di base, l'incapsulamento dell'esperienza di gioco in brevi episodi e continui salti da una coppia di protagonisti all'altra, sono stati evidentemente pensati per ottimizzare la fruizione nomade del gioco. Per contro, e pur lasciando da parte possibili considerazioni sull'effettiva natura portatile dell'abbinata 3DS + pad scorrevole pro, il ritmo ne risente. Allo stesso tempo, la diversa caratterizzazione dei personaggi ci ha spinto a preferire le fasi con Jill, spesso più marcatamente horror - quell'horror da film di serie Z cui i fan della serie sono ormai affezionatissimi, anche quando non vogliono ammetterlo - e a odiare visceralmente il pallido tentativo di comic relief affidato alla terza coppia di cui dicevamo prima, i due nerd-smanettoni Quint e Keith. Non è tutto. L'IA del proprio partner su schermo, in linea di massima, è sempre leggermente inferiore a quella di un calzino. Parker è un promettente campione nella specialità del rimarcare l'ovvio, Jessica adora flirtare con Chris, ed entrambi vengono utili quando c'è proprio da sollevare/spostare/sfondare a calci qualcosa in tag-team per onor di firma, ma durante gli scontri si accomodano in poltrona e prendono a ruminare del popcorn. Per compensare di fatto la loro invulnerabilità, l'apporto in battaglia oscilla tra l'inesistente e l'inesistente.
Anche la modalità Raid, il co-op per due fruibile in wireless o su Internet, non ci ha convinto del tutto. Una sfida all'ultimo nemico da stendere in linea con le precedenti appendici multiplayer della saga, ovviamente articolata riciclando le ambientazioni della Campagna, ma paradossalmente fruibile meglio da soli, considerati gli spazi claustrofobici che caratterizzano quelle stesse ambientazioni.
Ragionevolmente lungo, tecnicamente godurioso e sufficientemente vario, Revelations è un omaggio alla tradizione avvolto in una carta da regalo moderna. Nel complesso, nonostante i difetti menzionati, un ottimo titolo, ma nulla ci toglie dalla testa che concentrandosi solo sugli elementi classici e meglio riusciti dell'esperienza di gioco, alleggerendo il relitto alla deriva della Queen Zenobia da parecchia zavorra contemporanea superflua, il regalo per i fan di Resident Evil sarebbe stato più gradito.
Requisiti minimi
Sistema Operativo: Windows XP/Vista/7
Processore: Intel Core 2 Duo @ 2.4 Ghz / AMD Athlon 64 X2 5600+
RAM: 2 Gb
Spazio su disco: 8 Gb free
Scheda grafica RAM: 512 Mb
Scheda grafica: nVidia GeForce 8800 GTS / ATI Radeon HD 3850
Scheda audio: DirectX Compatible
Rete:
Direct X: 9.0c
Requisiti consigliati
Sistema Operativo: Windows XP/Vista/7
Processore: Intel Core 2 Quad @ 2.66 GHz / AMD Phenom II X4 @ 3.0 GHz
RAM: 4 Gb
Spazio su disco: 8 Gb free
Scheda grafica RAM: 1 Gb
Scheda grafica: nVidia GeForce GTX 560 / ATI Radeon HD 6950
Scheda audio: DirectX Compatible
Rete:
Direct X: 9.0c
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ISTRUZIONI
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