giovedì 9 maggio 2013

Asterix e Obelix al servizio di sua maestà (2013)

TRAMA
Mai pago di conquiste Cesare ha deciso di spostare più in là i confini di Roma, invadendo la Britannia e frantumando le ceramiche di sua Maestà Cordelia. Soccorsa e consigliata dal fedele Beltorax, la Regina invia il suo primo ufficiale in Gallia a chiedere consiglio e barili di magica pozione per abbattere le schiere romane. Ricevuto da Asterix e Obelix, alle prese con un nipote svagato e smidollato da formare, e risvegliata l'antica ostilità, Beltorax non fatica a convincerli ad accompagnarlo come scorta e come 'arma' da lanciare contro l'odiato romano. Tra normanni senza paura che sognano di volare e romani ubriachi di vino che bramano la pozione, i nostri avranno la meglio a suon di pugni ed effetti placebo. Le ricompensa sarà la gloria, il bottino una buona tazza di tè inglese.
Dopo aver sbaragliato Cesare, dopo essere stati in missione per Cleopatra, dopo aver vinto le Olimpiadi in una gara di bighe, Asterix e Obelix si mettono addirittura al servizio di sua Maestà la Regina di Britannia. Più scaltri e colorati dell'agente di Ian Fleming, i celebri galli di Uderzo e Goscinny sono diretti questa volta da Laurent Tirard, che ha già praticato il fumetto e messo in schermo con ironia e sensibilità Il piccolo Nicolas disegnato da Jean-Jacques Sempé e scritto (di nuovo) da René Goscinny. Il fumettista e umorista francese assiste allora un'altra regia di Tirard confermando la sua passione per i 'discoli' a fumetti e per i desideri in forma di nuvole.
Traduzione 'dal vero' degli albi "Asterix e i Britanni" e "Asterix e i Normanni", Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà riconferma Gérard Depardieu e la somiglianza che l'attore francese intrattiene col suo omonimo di carta, restituendone 'pienamente' l'aura. Il volto di Depardieu, smisurato e 'abboccato' (tras)portatore di menhir, è in grado da solo di colmare gli inevitabili vuoti di un cinema ostinato nell'ennesima versione di Asterix. La ripetizione finisce di fatto per togliere freschezza e sorpresa a un universo creato da una ricostruzione filologica dell'antico che non disdegna incursioni nel mondo contemporaneo. Asterix, interpretato questa volta da Édouard Baer, sembra invece soffrire il passaggio dal tratto alla ripresa cinematografica.
Accompagnato da un cast internazionale, 'governato' con allure francese dalla regina inglese di Catherine Déneuve e tiranneggiato con posa vanesia dal Cesare di Fabrice Luchini, Asterix dovrà vedersela questa volta coi romani più credibili di Filippo Timi, Luca Zingaretti e Neri Marcorè. Se i costumi garantiscono l'effetto grafico dell'originale, la sceneggiatura di Tirard e Vigneron riesce in qualche occasione a rendere la piena ironia di Goscinny, la creatività che porta scompiglio e si risolve sempre in modo giocoso.
Al di là delle buone e risaltate intenzioni, della scrittura dotata e della regia vivace di Laurent Tirard, Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà soffre il principio di serialità, ovvero lo sfruttamento intensivo di un personaggio e delle sue avventure. I galli 'letterari', di cui il parco a tema (in Francia) e i film non sono che un tributo, pagano oggi il pegno delle icone disneyane, personaggi-merce 'svecchiati' per piacere ai più giovani e dispiacere inevitabilmente i vecchi cultori.

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