venerdì 8 febbraio 2013

Zambezia (2013)

TRAMA
Sul bordo di una cascata, immersa nel tronco di un enorme albero di baobab si trova una vivace città di uccelli chiamati Zambezia. Famosa per essere la città più sicura in tutta l'Africa, Zambezia è diventata l'area protetta della valle del fiume, dove uccelli d'ogni piuma vivono insieme in armonia e in pace. Kai (un giovane Falcon) vive invece nel deserto insieme al padre che non vuole che lui raggiunga Zambezia per cercare di entrare a far parte del corpo dei coraggiosi Hurricane. C'è un avvenimento del passato che è all'origine di questo divieto e il giovane Kai ne scoprirà la consistenza proprio infrangendolo. Siamo di fronte a una produzione proveniente da un Paese non notissimo per l'esportazione di film d'animazione e questo farà sì che per molti potrà risultare una sorpresa trovarsi di fronte a una storia che non ha nulla da invidiare a quelle proposte dalle ben più potenti major statunitensi. Gli esperti del settore potranno anche ritenere (correttamente) che in questo campo sul piano tecnico si sia già andati oltre ma Zambezia ha il suo punto di forza in una scenografia decisamente colorata e vivace e nella storia che propone sullo schermo (ed è questo che in questo caso conta). Perché se Kai è, come ogni preadolescente, desideroso di cimentarsi con il mondo da cui il genitore lo vuole preservare, la trasgressione al divieto non avrà il senso della sterile ribellione all'autorità paterna. Anzi, sarà proprio questo suo gesto a fare uscire il padre da una rassegnazione legata a un senso di colpa che non ha più ragione di essere. Zambezia sa come essere complesso con semplicità. Questa affermazione può sembrare un ossimoro ma la visione del film la conferma. Il concetto 'nessun uomo è un'isola' viene qui tradotto nel mondo dei volatili e progressivamente esplicitato grazie alla solidarietà che va al di là di quella militaresca degli Hurricane (i quali si debbono però piegare, grazie alla saggezza del loro anziano capo, ad accettare l'intraprendenza di Kai dettata non dall'incoscienza ma dal cuore). I 'cattivi' marabù non sono poi così cattivi. Sono stati emarginati al tempo in cui si costituì la comunità di Zambezia e ora finiscono con l'essere facili vittime di chi vuol trasformare il loro risentimento in odio. Forse anche a ciò c'è rimedio ci dice saggiamente questa storia che, grazie anche a un buon numero di personaggi di contorno attentamente tratteggiati, si presenta come un prodotto interessante. Di quelli che i genitori farebbero bene a vedere con i loro piccoli. Per parlarne insieme.

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