TRAMA
Noah Griffith non sa dire di no alla madre che gli chiede di fare il baby sitter per una sera a casa di un'amica. Lì trova tre ragazzini: Blithe, che si veste da ballerina e si trucca, Slater, che soffre di ansia e si imbottisce di farmaci e Rodrigo, salvadoregno adottato che ha come hobby il mettere esplosivi nei water. La serata non si presenta quindi facile da gestire ma peggiora quando la ragazza, che Noah spera diventi qualcosa di più di un'amica, gli chiede di andare a prenderle una dose di cocaina dallo spacciatore Karl. Lasciare i ragazzini da soli non è possibile. L'unica soluzione è portarli con sé.
Ancora una volta siamo di fronte a un titolo italiano totalmente deviante ma in questa occasione siamo all'interno della Top Ten che unisce mistificazione a cattivo gusto. Perché trasformare The Sitter in Lo spaventapassere (con una allusività che definire greve si traduce nell'usare un eufemismo) vuol dire prendere in giro lo spettatore. Il quale, dinanzi alla scena di apertura, potrà anche dirsi soddisfatto (Noah è un grande esperto in cunnilingus ma non gli è consentito procedere oltre). Peccato che poi il sesso non abbia più alcuno spazio nel film.
Perché cinque minuti dopo l'inizio ci si comincia ad occupare di tre ragazzini stereotipati e sopra le righe. In particolare il 'latino' Rodrigo che gira in pigiama e non solo è esperto in esplosivi ma orina ovunque. David Gordon Green sembra aver ormai dimenticato George Washington, il film d'esordio che gli valse ampi riconoscimenti critici in favore di un susseguirsi di gag che dovrebbero essere comiche e trasgressive (avendo al centro dei preadolescenti) ma che servono solo a sottoutilizzare il talento di Jonah Hill e a mostrare come Sam Rockwell (nei panni dello spacciatore) stia ormai sprecando le proprie doti.
La piccola Blithe poi riporta alla memoria la protagonista di Little Miss Sunshine peggiorando ulteriormente le cose. Perché se nel film di Dayton e Faris la descrizione della famiglia disfunzionale era finalizzata a un esito preciso e sotto controllo registico qui siamo distanti anni luce da quel risultato. Non resterebbe che attendersi un escalation di situazioni politically uncorrect alla Farrelly. Invece no. Ci viene anche ammannito il finalino moralistico. E' davvero troppo.
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