sabato 28 luglio 2012

Bed Time (2012)

TRAMA
Senza nessuno scopo nella vita e geneticamente incapace di essere felice, César prova piacere a far soffrire le persone che lo circondano. Nel palazzo di Barcellona in cui lavora come portiere appronta un gioco al massacro psicologico che ha come oggetto principale Clara, una giovane il cui atteggiamento gioioso verso la vita lo inorridisce, e come obiettivo quello di cancellarle per sempre il sorriso dalla faccia. Ogni sera, penetra nell'appartamento della donna e, dopo essersi assicurato una maggiore profondità del suo sonno col cloroformio, mette in atto il più spietato dei piani. Il titolo originale, Mientras Duermes, è lo stesso del programma televisivo con cui finiva col coincidere [Rec] e come in quell'horror rivelazione, cui ha fatto seguito un secondo capitolo per molti versi superiore, anche qui lo sguardo è stipato in un condominio-microscosmo quasi a tenuta stagna. Con poche eccezioni, le strazianti visite alla madre ricoverata e il finale, la macchina da presa rimane, infatti, tra le mura dello stabile addosso ad una figura dapprima indecifrabile e non meno letale degli infetti del celebre film girato in prima persona. Dopo una prima sequenza poi ribaltata da una messa in scena sapiente, Balagueró racconta con inedita sobrietà una storia che oltre ad avere un continuità con il meglio della sua produzione ne inaugura anche un nuovo e più sottile corso. Al racconto dell'orrore che il regista catalano frequenta sin da Nameless-Entità nascosta subentrano i tremiti di un thriller d'autore imperniato su importanti quesiti morali che riguardano la possibilità umana di scegliere tra bene e male, la fallibilità della giustizia e quell'impossibilità alla felicità di cui César diventa l'osceno campione. Soprattutto dalla descrizione di quest'uomo a prima vista mite, ma dentro al quale ribolle una rabbia distruttiva, si sentono i pregi di una sceneggiatura notevole per costruzione e misura scritta da Alberto Mariani – collaboratore assiduo del cineasta – che avrebbe dovuto anche dirigerla. Più inquietante che spaventoso, Bed Time parte da una paura largamente condivisa che riguarda l'invasione della sfera privata di ognuno durante l'oblio del sonno ("Ho sempre avuto paura di quello che può succedere attorno a me mentre dormo" ha dichiarato Balagueró) per costruire poi una tela di spietata precisione drammaturgica dominata dalla credibile interpretazione di Luis Tosar, valido sia nel mostrare l'abiezione che la disperazione del suo personaggio. Qualche ridondanza e un aspetto sonoro poco curato non inficiano la riuscita di una pellicola coraggiosa nel procedere dritta per la strada prefissata.

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