TRAMA
Elizabeth Halsey è un'insegnante di letteratura dai metodi poco ortodossi e dalla condotta sregolata. Dopo aver lavorato per un anno in una piccola scuola media della provincia di Chicago, Elizabeth è prossima ad abbandonare finalmente l'istituto e il mondo dell'istruzione per sistemarsi con un ricco appassionato di opera. Ma quando questi decide di rompere il fidanzamento dopo aver scoperto le spese folli e le venali intenzioni della compagna, Elizabeth si trova costretta a tornare in mezzo a quei colleghi e a quegli alunni che aveva cercato di evitare per un intero anno. Rimasta senza soldi e con molti vizi, l'improvvida prof imposta il suo programma scolastico sulla visione di film in classe e su qualunque stratagemma per ottenere i soldi necessari a rifarsi il seno e conquistare il nuovo giovane supplente di matematica.
Riprendendo una nota battuta di Woody Allen, in School of Rock il finto supplente di Jack Black diceva: “Chi non sa fare, insegna. E chi non sa insegnare, insegna ginnastica”. La commedia americana contemporanea ci ha in effetti talmente abituato ad adorare personaggi meschini, antieroi sboccati e orgogliosamente mediocri, che il più delle volte il loro successo si misura proprio nella distanza fra le effettive capacità e la lezione di vita (o la spinta a muoversi e agire) che, alla fine, sono capaci di impartire. Rispetto a questa genia di “cattivi maestri”, Bad Teacher parte con delle intenzioni più radicali: il personaggio di Cameron Diaz è ufficialmente un'insegnante di ruolo, misteriosamente abilitata dal sistema educativo americano; e anche se non c'è davvero lezione possibile che questa docente meschina, volgare e arrivista possa impartire a dei giovani alunni senza creare traumi di lungo periodo, qua il meccanismo comico nasce proprio dal tentativo di demistificare la visione del buon educatore.
A contribuire a questa smitizzazione dell'istituzione scolastica, il fatto che il film di Jake Kasdan insista fin dai titoli di testa sulla memoria storica del “buon maestro” di vita e su quella visione idilliaca che proprio film come quelli mostrati da Elizabeth in classe per smaltire le sue sbronze (La forza della volontà, Conta su di me, Pensieri pericolosi) hanno contribuito a formare nell'immaginario americano. In questo senso, più che con School of Rock, Bad Teacher condivide il suo progetto eretico con Babbo bastardo, muovendo il bersaglio dalla congenita bontà di Babbo Natale alla visione umanista e filantropa dell'insegnamento.
Tuttavia, il film assolve solo metà del suo programma, fermandosi alla superficie, alla risata facile e passeggera, e si accontenta di costruire un catalogo di scorrettezze in cui Cameron Diaz può dare finalmente sfogo a tutto il suo potenziale goliardico e sguazzare fra turpiloquio e nefandezze. L'attrice è brava e perfettamente in parte, ma è lo script dei due sceneggiatori di The Office a puntare troppo su un one woman show che dimostra di dare il meglio di sé nel gioco a due coi vari comprimari (un'ottima Lucy Punch, un divertito Justin Timberlake e un Jason Segel decisamente non valorizzato), piuttosto che negli assoli con gli sventurati studenti. Tanto che, dopo tanta deliberata cattiveria e un ciclo di turpi episodi senza una progressione precisa, il film sembra quasi obbligarsi a una chiusa lieta e romantica che riscrive il celebre aforisma: “Chi non ha talento insegna, e chi non sa insegnare fa orientamento psicologico”.
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