lunedì 10 gennaio 2011

Paranormal Activity 2 (2010)

TRAMA
Paranormal Activity è stato il fenomeno horror della passata stagione, caratterizzandosi per l'approccio da film reality e per il bassissimo costo di produzione. Questo seguito nasce da premesse produttive diverse, ma cerca di replicarne lo spirito attraverso una singolare commistione tra prequel e sequel.
Carlsbad, California. I coniugi Kristi e Daniel Rey, accompagnati dalla figlia adolescente Ali - proveniente da un precedente matrimonio di Daniel - e dal neonato Hunter, oltre che dalla colf messicana Martine, si sono da poco insediati in una nuova casa quando sembrano vittima dell'opera di vandali che mettono sottosopra quasi ogni stanza pur senza rubare praticamente nulla. Preoccupato, Daniel fa installare una serie di telecamere di sorveglianza che riprendono tutto ciò che avviene in casa. Katie, la sorella di Kristi, viene spesso in visita assieme al fidanzato Micah: tutto sembra perfetto, ma alcuni strani fenomeni cominciano ad accadere, ripresi dal freddo occhio delle telecamere.
Il successo di Paranormal Activity ha di fatto “imposto” la realizzazione di questo sequel. Ma mentre Blair Witch 2 - Il libro segreto delle streghe, il sequel di The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair (l'altro grande fenomeno horror low-budget), aveva adottato in sostanza un formato da horror convenzionale rinunciando a quell'approccio realistico-documentaristico che aveva fatto la fortuna del primo film (e deludendo le aspettative del pubblico), Paranormal Activity 2 ha scelto di mantenere la stessa struttura dell'originale. Tutto, quindi, è visto attraverso telecamere o videocamere in una ricerca di realismo che fa pagare pegno soprattutto nella prima mezz'ora, nella quale accade veramente poco e il ritmo è torpido. La storia allarga il raggio d'azione mostrando il background familiare di Katie - la protagonista originaria - e fornendo anche una sorta di spiegazione a quanto avvenuto in Paranormal Activity. Si tratta tutto sommato di una scelta narrativa accettabile, anche se ha il limite di riproporre diverse situazioni già viste e di adottare soluzioni sbrigative e un po' semplicistiche. Il film però gioca sapientemente sulle attese, crea un genuino senso di minaccia e, nella seconda parte, una suspense consistente mirata alle improvvise e fragorose irruzioni dell'irrazionale, destinate a far sobbalzare più di qualche spettatore sulla poltrona.
Gli effetti speciali sono minimali, ma efficaci. Tra gli attori, spicca Molly Ephraim nel ruolo della figlia adolescente che nessuno bada. Il regista Oren Peli ha lasciato il posto a Tod Williams - che si era fatto notare qualche anno fa per The Door in the Floor con Jeff Bridges, un film di tutt'altro genere - e la produzione da indipendente è passata a una major (la Paramount): Williams fa un buon lavoro e la Paramount garantisce una confezione più oliata e meno spartana. Certo, la novità se n'è andata, ma questo era inevitabile.

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