domenica 9 giugno 2013

The bay (2013)

TRAMA
Chesapeake Bay, Maryland. È il giorno che il cinema ha raccontato innumerevoli volte e che si colloca nel profondo del sentire Americano: il 4 luglio. La città si prepara, sindaco in testa, a festeggiare con una molteplicità di iniziative, a partire dalla gara dei mangiatori di granchi. Questa atmosfera ci viene descritta, in un collegamento via Skype, da una giovane che all'epoca (qualche anno prima) conduceva un reportage per una piccola emittente televisiva. Donna Thompson, così si chiama, ci racconta come dall'atmosfera di festa si passò nell'arco di pochissimo tempo all'orrore a causa di un parassita cresciuto a dismisura ed impegnato a divorare qualsiasi tessuto vivente.
Dimenticate il commediografo nostalgico di A cena con gli amici, non ripensate al regista di Rain Man - L'uomo della pioggia e neppure al filologico rivisitatore del passato di Bugsy. Non è 'quel' Barry Levinson a dirigere questo mockumentary. È piuttosto quello, più vicino nel tempo, che ha diretto per la tv You don't know Jack sul dottor Kevorkian soprannominato il Dottor Morte per i più di 130 suicidi assistiti a suo carico.
Il Barry Levinson di oggi utilizza la propria competenza in fatto di media per suggerirci riflessioni su tematiche che ci toccano da vicino anche se spesso cerchiamo di rimuoverle dai nostri pensieri. Se in quel caso, grazie anche a un'eccellente prestazione di Al Pacino, lo spettatore era costretto a interrogarsi su quale fosse il livello di sofferenza al di là del quale scattava un legittimo desiderio di farla finita con la vita, qui è la tematica ambientale a trovarsi al centro dello schermo. Levinson ha ben presente quella forma ibrida di rappresentazione che, in particolare da The Blair Witch Project in poi, ha preso ad interessare chi ama il meticciato linguistico per immagini. Se visivamente possiamo pensare alla lezione dei più recenti Paranormal Activity, sul piano tematico la totalmente inventata Donna Thompson ci fa ripensare alla più che reale e impegnata Erin Brockovich.
Levinson utilizza tutti i media a disposizione, a partire dal già citato Skype, per metterci in allarme fondamentalmente su due argomenti. Da un lato ci suggerisce di pensare a quanto l'inquinamento ambientale (nello specifico si tratta di escrementi di polli di allevamento versati in quantità industriale nelle acque della baia) possa portare ad alterazioni prevenibili con una buona politica ma dagli effetti del tutto imprevedibili se lasciate fuori controllo. Non saranno forse opera di parassiti carnivori come quelli del film ma lo svilupparsi di nuove forme di allergie non è sicuramente frutto del caso.
Il film ci ricorda poi che chi ci amministra può ancora propendere, come il sindaco de Lo squalo per un occultamento della verità finalizzato a non intralciare gli affari (nello specifico il turismo). In quel caso, sembra suggerirci Levinson, non c'è Internet o Social network che tengano: i mezzi di comunicazione possono essere ridotti al silenzio e il denaro o la coercizione possono tacitare tutti o quasi. Vedi, ad esempio per l'Italia, la voce discariche abusive di prodotti altamente pericolosi.

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