Mary Katherine, diciassettenne, torna alla casa d'infanzia per ricucire i legami con un padre da sempre perso dentro all'ossessione di provare l'esistenza del minuscolo popolo che vive nei boschi. Dapprima scettica nei confronti delle teorie paterne, la risoluta ragazza si dovrà ricredere quando, per un magico incontro, sarà miniaturizzata, andando presto a ricoprire un ruolo fondamentale nella battaglia che i minuscoli Leafmen, corpo speciale votato alla salvaguardia della foresta, stanno combattendo contro i terribili Bogani, risoluti nel loro obiettivo di distruggere ogni forma di vita.
Storia di formazione e crescita, Epic - Il mondo segreto parte da un'idea per nulla originale sviluppando poi un solido intreccio perfettamente retto dal ritmo della narrazione, dall'arguzia delle trovate e da una straordinaria capacità tecnica. Come nelle altre pellicole uscite dagli Blue Sky Studios, è ancora il tratteggio dei caratteri a fare la vera forza di un racconto senza momenti di stanca: grazie all'attenzione riposta nel descrivere il background motivazionale dei protagonisti come in molte tipizzazioni spesso irresistibili (su tutti, il duo comico formato dagli invertebrati Mub e Grub, custodi del prezioso bozzolo che può ridare pace a tutto), anche lo spettatore adulto riesce ad allontanare la leggera noia suscitata dal trovarsi ancora davanti all'ancestrale lotta del bene contro il male.
Benché metta in campo un sistema di personaggi ampiamente rodato, questo primo lungometraggio che Chris Wedge dirige senza l'apporto di Carlos Saldanha - il tandem ha co-firmato L'era glaciale e Robots - rappresenta qualcosa di più di quello che si può credere ad una distratta visione. La meraviglia dell'umana Mary Katherine, magicamente mutata in un esserino minuscolo per cui un topolino di campagna diventa una spaventosa minaccia, è la stessa di chi guarda, da subito immerso in una visione - esaltata da un funzionale 3D - per cui quel paradosso delle inaspettate proporzioni certamente vecchio come il cinema trova, nell'accuratezza dei dettagli e nella realizzazione globale, una nuova specificità.
Pagando il pegno a più pellicole, dal combattimento iniziale che omaggia Avatar in giù, la favola ecologica di Wedge costruisce un piacevole mondo in cui l'unico antidoto alla decomposizione, e quindi alla morte, è la rete che si può creare tra più singolarità ("molte foglie, un solo albero"). Oltre alla maturità da conquistare, per Mary Katherine e per il turbolento Nod, l'altro polo tematico è quello dell'importanza della tenacia nel perseguire il proprio sogno, rappresentato dalla riuscita e strampalata figura del padre. Alla base della sceneggiatura c'è il libro per bambini "The Leaf Men and the Brave Good Bugs" di William Joyce, che figura come produttore esecutivo.
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