giovedì 18 agosto 2011

I pinguini di Mr Popper (2011)

TRAMA
Dopo aver conosciuto suo padre soprattutto via radio attraverso i racconti delle sue avventure dai quattro angoli del pianeta, Tom Popper è cresciuto ed è diventato a sua volta un padre assente per i suoi due figli. La sua principale preoccupazione è il suo lavoro come agente immobiliare di lusso e la possibilità di diventare il quarto presidente della società più importante di Manhattan. Impegnato ad acquistare il celebre Tavern on the Green di Central Park per ottenere l'agognata promozione, Popper apprende che suo padre è morto durante una spedizione in Antartide e che gli ha lasciato in eredità un gruppo di pinguini. La convivenza con i pennuti non si rivela affatto semplice, ma ancor meno semplice pare il tentativo di liberarsene.
La marcia dei pinguini prosegue la sua vivace avanzata lungo i sentieri gioiosi e struggenti del mondo del cinema. Dopo il documentario di Luc Jacquet, il cartoon musicale Happy Feet e gli intriganti pinguini di Madagascar, gli imperatori dell'Antartide scivolano con il loro carico di dedizione e di fedeltà assoluta verso il polo della commedia per famiglie. Ad accoglierli, le braccia larghe e lo spirito fanciullesco di Jim Carrey, che per la prima volta adatta un classico della letteratura per l'infanzia senza il trucco di Lemony Snicket o del Grinch e senza l'inganno del motion capture di A Christmas Carol. Carrey torna finalmente a mettere in gioco la faccia e i suoi zigomi elastici, pronto a competere con la naturale tenerezza dei pinguini e coi privilegi loro accordati dalla computer grafica. La sfida fra Popper e i suoi pinguini segna anche il confronto fra una comicità prettamente infantile, che punta più sulle espressioni fisiche e fisiologiche dei pennuti, e un umorismo più classico, venato di brillanti rimandi all'immaginario natalizio americano (soprattutto newyorkese). I due toni non vanno necessariamente in dissonanza ma riescono a integrarsi piacevolmente in qualche gag fantasiosa, ad esempio trasformando la spirale del Museo Guggenheim in un lungo scivolo d'acqua o il tetto dello Zoo di Central Park in una rampa di volo. Per sua parte, Jim Carrey lavora meno sulle smorfie e solletica un repertorio più classico, attraverso l'imitazione della voce di James Stewart e del celebre balletto coi pinguini di Dick Van Dyke in Mary Poppins.
Mark Waters (Mean Girls, Spiderwick) ha in sostanza la buona intuizione di inscrivere la sua parabola animalista sull'importanza della famiglia nucleare all'interno di un gioco di allitterazioni. Come il personaggio della segretaria Pippi, capace di articolare frasi solo con parole che iniziano per “p”, Mister Popper elabora infatti un gioco linguistico di ripetizioni e di rimandi che massaggia dolcemente tanto le mascelle dei bambini con un suono cacofonico, quanto le labbra degli adulti con una retorica gradevole. Per pari, possiamo perciò piacevolmente promuovere Popper.

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